Installatore di fronte al condizionatore

Doveva essere uno dei punti focali dell’edizione 2020 di MCE – Mostra Convegno Expocomfort, ma ci si è dovuti accontentare di un evento in remoto, trasmesso attraverso la piattaforma Zoom lo scorso venerdì 11 settembre. Non per questo, però, i dati risultano meno interessanti: il 6° Rapporto congiunturale e previsionale elaborato dal CRESME sul mercato dell’installazione degli impianti negli edifici in Italia per il periodo 2020-2023 offre infatti la panoramica più completa che si possa trovare per comprendere lo stato attuale e i trend evolutivi del settore. Naturalmente, il rapporto fotografa uno scenario trasfigurato dalla pandemia da Covid-19, che ha inciso profondamente a livello nazionale e internazionale. A livello mondiale, il mercato delle costruzioni ha fatto registrare una caduta del 4,7%, quasi doppia di quella registrata nel 2009 a seguito della crisi economica. A differenza di allora, ci si aspetta un “rimbalzo” nel corso del prossimo anno, che tuttavia non basterà a compensare le perdite: per tornare a crescere bisognerà aspettare il 2022. Molte aspettative, tuttavia, sono riposte negli effetti propulsivi del Superbonus 110% che, specialmente se prorogato, potrà fare da traino alla ripresa di tutto il settore.

cresme cover

Una battuta d’arresto

Dopo cinque anni di crescita ininterrotta, che aveva permesso di recuperare, nel 2019, i valori del 2008, il 2020 segna per il mercato degli impianti in Europa una brusca frenata, con un valore della produzione che si attesta sui 401 miliardi di euro complessivi: -8,3%. La crisi colpisce tutti, ma in maniera diversa, a seconda delle dimensioni del mercato e delle differenti dinamiche di crescita. Risalta, per esempio, la caduta della Francia, che passa da 47,9 a 40,8 miliardi, ma anche del Regno Unito, che segna un significativo -24,7%, dovuto probabilmente alla combinazione deleteria della gestione della pandemia con la crisi della Brexit. L’Italia si conferma il secondo mercato impiantistico europeo, con 54,6 miliardi di euro (-2,9 miliardi rispetto al 2019). Nel contesto della crisi, questa è senza dubbio una buona notizia. Al primo posto, stabilmente, si trova la Germania, che perde 3 miliardi di euro rispetto all’anno scorso. Anche per l’export si prevede una caduta generalizzata: -6,8% in Germania, -6,3% in Italia (dove già nel 2019 si erano intravisti segni di rallentamento) e -7,6% in Francia.

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Lo scenario 2020-2022 e il Superbonus

La dinamica complessiva del mercato italiano degli impianti di climatizzazione ambientale (termici e di raffrescamento), secondo le stime CRESME, chiuderà il 2020 con un -7,3%. Nel 2021 è attesa una ripresa “a V”, ma per superare i livelli del 2019 bisognerà aspettare il 2022. La caduta incide più significativamente sul mercato delle nuove costruzioni, che d’altronde risulta in calo ininterrottamente dal 2007. L’anno porterà un segno meno tanto per gli investimenti in nuove costruzioni (-6,7%) quanto per quelli in rinnovo (-9,6%), perché un primo effetto del Superbonus 110% è stato, in realtà, quello di rallentare ulteriormente i lavori: in attesa dei chiarimenti sul funzionamento delle nuove detrazioni fiscali, tra la primavera e l’estate in molti hanno preferito rimandare lavori magari già programmati. Per vedere l’effetto dello stimolo fiscale bisognerà dunque aspettare l’anno prossimo. Ma fortunatamente non parliamo di un effetto irrilevante: in totale si stima un valore potenziale di 1000 miliardi di euro. Se il Superbonus, come anticipato più volte dal governo, sarà rinnovato anche nel 2022, il prossimo biennio segnerà una crescita importante: +7,2% negli investimenti in nuove costruzioni nel 2021, +8,3% negli investimenti in rinnovo, che diventano rispettivamente +4,2% e +12% nell’anno successivo. La dinamica complessiva del mercato impiantistico si presenta così di fronte a un bivio: se saranno prorogati gli incentivi, il 2021 si chiuderà attorno al +6,9%, il 2022 al +9,1%. In caso contrario, ci si dovrà accontentare di risultati più “modesti”, con percentuali di crescita rispettivamente del 7,5% e del 3,7%. 

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Una partita difficile

“Il Superbonus 110% rappresenta un’occasione incredibile, ma richiede competenza e qualità di offerta. Il problema principale non è tanto nella domanda, ma nella capacità da parte dell’offerta di cogliere le opportunità che ci sono nelle modalità che questo bonus pretende in termini di risultati”, spiega Lorenzo Bellicini, Direttore del CRESME, durante la presentazione del Rapporto. Dello stesso avviso anche Enrico Celin, Presidente ANGAISA, secondo cui già a luglio e agosto per la distribuzione si riscontrano segnali positivi, con livelli di crescita superiori allo stesso periodo dell’anno scorso.

“Speriamo che le agevolazioni siano prorogate – dichiara Celin – ma è un’opportunità non facile da cogliere: significa intercettare una domanda complessa e articolata, che presuppone anche da parte del distributore, oltre che dall’artigiano, un ruolo diverso. Siamo chiamati a condividere progettualità, essere integratori e parte di una commessa. È evidente che intercettare la domanda significa rivedere i processi operativi con cui si sta sul mercato: il distributore non offre solo prodotti, ma anche consulenza, capacità di accompagnamento ai servizi nei confronti dell'utente finale. Insomma, è una partita difficile, ma sicuramente interessante.”

Dell’opportunità è ben conscia anche CNA Installazione Impianti: “Buona parte degli edifici è stata costruita prima del 1960, e il riammodernamento delle tecnologie passa da tutti i canali, dal termoidraulico alla gestione energetica”, spiega il Presidente Carmine Battipaglia. “Gli aiuti provenienti dall’Ecobonus sono leve importantissime, perché muovono tanto denaro. Ma ho paura che il mercato venga drogato, com’è avvenuto nel fotovoltaico. Insomma, c’è il rischio di creare un momento deflagrante che poi si spenga bruscamente nel momento in cui gli incentivi vengono meno.”

 

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