Il CEO del Gruppo Viessmann durante un incontro con i giornalisti a Verona ha parlato di formazione degli installatori e transizione energetica

A pochi giorni dalla conclusione della 42ª edizione di MCE - Mostra Convegno Expocomfort, in cui Viessmann ha partecipato presentando le sue ultime soluzioni più tecnologiche e green, lo scorso 13 luglio il CEO del Gruppo Maximilian Viessmann ha incontrato i giornalisti di settore presso la sede dell’azienda a Verona.

Durante l’incontro, Viessmann ha risposto anche a due domande per i nostri lettori, a proposito della professionalità degli installatori e riguardo al tema cruciale della transizione energetica, alla luce degli ultimi orientamenti europei sulla messa al bando delle caldaie a gas entro il 2029. Riportiamo di seguito le sue risposte.

Di fronte a prodotti tecnologicamente sempre più avanzati e integrati, gli installatori sono preparati a sufficienza o c’è bisogno di maggiore formazione?

Di sicuro questa accelerazione estremamente veloce verso le pompe di calore richiede molta più formazione e più esperienza. Dal momento che siete presenti qui a Verona, se andate al piano di sopra potrete vedere la sala prove in cui gli installatori fanno formazione pratica, con i nostri prodotti di ultima generazione.

Stiamo mettendo molto impegno nella formazione in presenza, ma anche in quella digitale. Stiamo investendo molte risorse per essere sicuri che gli installatori abbiano le abilità giuste. Aggiungo una cosa che spesso viene tralasciata: se non usiamo gli strumenti digitali che sono disponibili per la messa in servizio dei nostri prodotti, e se non aumentiamo la loro efficienza riducendo il tempo che si spende nell’installazione e nella posa in opera, ci saranno sempre problemi nella disponibilità e nella capacità di installazione.

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L’Unione europee prevede di mettere al bando le caldaie a gas entro il 2029. La transizione energetica corre troppo veloce, o ce la faremo a stare al passo?

Ero proprio ieri a Bruxelles, a parlare con la commissaria europea per l’Energia Kadri Simson, e ovviamente ne abbiamo discusso. Sono ambizioni troppo grandi? Il passaggio è troppo veloce? Non è una domanda facile a cui rispondere. Se tuttavia dovessi dare una risposta immediata, direi che non stiamo andando veloci abbastanza. Perché il cambiamento climatico non ci sta dando il tempo di adattarci, sta accelerando e dobbiamo fare qualcosa. La domanda principale non riguarda la velocità, ma se stiamo usando tutte le tecnologie disponibili oggi o se stiamo complicando le cose escludendo alcune soluzioni che potrebbero dare il proprio apporto.

Ad esempio, oltre a guardare all’elettricità da fonti rinnovabili come una fonte primaria, guardiamo anche a gas e carburanti green. Tutto ciò che al momento può aiutarci a renderci indipendenti dalle fonti energetiche russe, e a salvaguardare il clima, è fondamentale. Il punto principale, quindi, è che se escludiamo alcune soluzioni e ci limitiamo a una gamma più ristretta, allora sì la transizione probabilmente è troppo veloce e gli obiettivi saranno molto difficili da raggiungere.

Le nostre caldaie a gas, ad esempio, sono in grado di utilizzare una miscela al 20% di idrogeno e sono progettate per arrivare al 100%. Quindi, oltre a installare pompe di calore, possiamo ancora utilizzare caldaie a gas che sfrutteranno combustibili green nel lungo periodo.

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