I distributori idrotermosanitari denunciano il rischio di fallimenti a causa dell'incertezza normativa sulla cessione dei crediti

L’incertezza sui bonus edilizi spinge il mercato verso un blocco totale. Angaisa, associazione di categoria dei distributori idrotermosanitari, lancia nuovamente l’allarme sulla frenata di cessione dei crediti e sconto in fattura, chiedendo un intervento del Governo per ripristinare un’adeguata fungibilità delle agevolazioni statali.

I veicoli di applicazione degli incentivi, che hanno permesso si rivelassero efficaci a beneficio di consumatori e imprese, non funzionano più a parere della sigla del commercio nel settore ITS. La causa è uno zig zag normativo che, segnala Angaisa, nel tentativo di prevenire le frodi finisce per impedire agli operatori che osservano la legge di applicare i meccanismi previsti dal legislatore per la fruizione dei bonus.

I dati mostrano infatti che i principali istituti di credito hanno reagito agli aggiornamenti normativi - che fissano l’obbligo di veicolare seconda e terza cessione del credito soltanto ad alcuni intermediari e a specifiche condizioni – sospendendo l’apertura di nuove pratiche. Larga parte del comparto finanziario, inclusa Poste Italiane, avrebbe già sbattuto contro il muro della massima capacità fiscale prevista per poter acquisire ulteriori crediti.

Interrotto il circolo virtuoso innescato dai bonus edilizi

“Il circolo virtuoso innescato dai bonus edilizi si è di fatto interrotto” – afferma Maurizio Lo Re, presidente Angaisa – “con il rischio concreto che a finire in grave difficoltà, sotto il profilo economico-finanziario, siano tante imprese che operano nel comparto dell’edilizia e nelle filiere collegate. Angaisa, al fianco di altre associazioni di categoria, chiede al Governo di introdurre nuove misure straordinarie per far ripartire il settore”.

Commentando il caos che si è generato sui bonus edilizi, sono autorevoli esponenti della maggioranza di Governo a evidenziare il rischio del fallimento per migliaia di imprese. Aver agito nella legalità non impedisce appunto che risorse vitali per l’operatività di un’azienda possano restare, inaccessibili, all’interno del cassetto fiscale. E mentre è attesa l’apertura a una quarta cessione del credito - limitata per le banche verso i propri correntisti -  Angaisa teme che le misure anticipate dalla stampa possano rivelarsi insufficienti a fermare la grave crisi di liquidità che colpisce le imprese del settore.

“Sotto la pressione incrociata di un caro materie prime fuori controllo e delle difficoltà nell’approvvigionamento dei prodotti, subiamo anche l’autogol di questo blocco della cessione dei crediti. La situazione è insostenibile per imprese edili, installatori e distributori” - sostiene Lo Re, che avanza delle ipotesi per uscire dall’impasse. “Vanno attivate subito nuove valvole di sfogo per consentire ai soggetti autorizzati, a partire dalle banche, di scaricare i crediti acquisiti su una platea più ampia di potenziali cessionari, consentendo ancora le cessioni frazionate, anche senza aver esaurito in precedenza il numero delle possibili cessioni prima della quarta e ultima.

A loro volta, Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti – propone il presidente Angaisa - dovrebbero essere messe in condizione di tornare a svolgere rapidamente un ruolo attivo nell’intermediazione dei crediti, così che possano beneficiarne tutti gli operatori del mercato. Non c’è più tempo!”

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