Politecnico di Milano, sede di Bovisa

Il Politecnico di Milano ha diffuso un documento con le indicazioni per l’utilizzo degli impianti aeraulici che servono le diverse sedi dell’ateneo. L’università è dotata di un patrimonio edilizio è eterogeneo sia dal punto di vista architettonico che impiantistico, con diverse soluzioni per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento, raffrescamento e ricambio dell’aria.

Impianti centralizzati

Gli impianti centralizzati sono in genere strutturati per edificio e hanno una gestione complessa affidata a tecnici esperti che ne curano il settaggio e ne garantiscono il buon funzionamento ai fini del benessere degli occupanti. In queste situazioni l’utenza ha il compito di segnalare eventuali situazioni di criticità tramite il Contact Center di Ateneo

In questa fase 2 di gestione dell’emergenza COVID il Politecnico, supportato dalla Commissione Energia, ha scelto di gestire i suddetti impianti in conformità alle indicazioni del ISS e dell’AICARR, allineandosi di fatto con quanto prescritto dalla normativa vigente. In sintesi, si è intervenuti e si interverrà eliminando o riducendo, per quanto tecnicamente fattibile, il ricircolo dell’aria negli ambienti, mantenendo attivi gli impianti al fine di garantire il ricambio d’aria dei locali con sola o prevalente aria esterna.

In realtà, anche in presenza di soli impianti centralizzati l’utenza ha sempre la possibilità di intervenire in autonomia per migliorare le proprie condizioni di benessere, ove possibile, aprendo porte e/o finestre. Si raccomanda comunque di seguire tutte le indicazioni presenti nel piano di mitigazione del contagio.

Impianti con controllo da parte degli utenti

In diversi locali dell’Ateneo sono presenti unicamente impianti che trattano l’aria, fondamentalmente raffrescandola o riscaldandola, tramite il ricircolo. Significa che tali impianti non prevedono, per il loro funzionamento, un ricambio d’aria. Si tratta di fan-coil o split.

Questi impianti permettono all’occupante, in genere, di impostare temperatura e velocità dell’aria tramite comandi che possono variare a seconda della tipologia di apparecchio. In particolare i fan-coil sono a loro volta collegati a un impianto centralizzato che, facendo circolare un fluido in un circuito chiuso permette tramite uno scambiatore di modificare la temperatura dell’aria nel locale. Anche gli split funzionano nello stesso modo, a differenza però che l’impianto che permette la circolazione del fluido non è centralizzato ma gestito anch’esso dall’utente (condizionatori). Questo significa che per i fan-coil, se l’impianto centralizzato non è in funzione non sarà possibile modificare la temperatura dell’aria, mentre tramite gli split sì.

Quali misure per il contenimento del rischio di possibile contagio dovranno essere adottate in questi casi?

  1. Se il locale servito è occupato da un singolo lavoratore, lo stesso potrà mettere in funzione il fan-coil o lo split a seconda di quanto lo riterrà opportuno senza obbligo di utilizzo della mascherina. In caso di arrivo di un collega o un ospite nel medesimo locale, entrambi i lavoratori dovranno indossare la mascherina.
  2. Se il locale è occupato da più lavoratori contemporaneamente, durante il funzionamento dei fan-coil o degli split, i lavoratori, anche se a distanza maggiore di un metro dovranno indossare la mascherina.

In entrambe i casi, è consigliabile, in seguito a valutazione delle condizioni metereologiche, e se tecnicamente fattibile, effettuare frequenti o costanti ricambi d’aria aprendo le finestre. Ulteriore indicazione valida per entrambe le situazioni è quella di preferire un funzionamento prolungato (evitando accensioni e spegnimenti ripetuti) riducendo al minimo la ventilazione in modo da limitare eventuali correnti d’aria.

Clicca qui per leggere il documento completo in pdf. 

 

 

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