bidet dimensioni e comfort

Le differenze tra uomo e donna, ma anche le diverse capacità di movimento e di agilità, sono aspetti importanti da considerare nella scelta di un sanitario

Qualche anno fa una campagna promozionale su un canale video on-line, divenuta virale grazie allo stile del messaggio e probabilmente anche per il tema trattato, ha richiamato l’attenzione sulla postura migliore per la defecazione. Certamente un argomento poco attraente, scarsamente trattato, un po’ per ragioni di pudicizia ma anche perché ritenuto probabilmente poco interessante. In questa nota affronteremo, pur nella brevità imposta dalla rubrica, una questione che, sebbene possa apparire frivola o banale, si rivela piuttosto articolata perché sono molti gli aspetti che a vario titolo interferiscono nell’espletamento di questa funzione fisiologica.

Al fine di poter inquadrare correttamente il tema è necessario riferirsi all’individuo e in particolare ad alcuni aspetti di antropometria; le misure corporee e il rapporto tra le parti del corpo dovrebbero essere tenute in considerazione per ogni strumento o prodotto. Il concetto di misure “standard” o “comuni”, a cui ricorre l’industria per ragioni di ottimizzazione dei prodotti di serie, è una convenzione che porta alla definizione di forme e dimensioni che per determinati prodotti contrastano con la funzione a cui sono destinati. Non c’è dubbio che le differenze tra uomo e donna, ma anche le diverse capacità di movimento e l’agilità che varia tra soggetti giovani ed anziani, sono aspetti che hanno la loro importanza anche nella scelta di un sanitario; il buon senso suggerirebbe che un vaso o un bidet, che in alcuni casi coincidono nello stesso prodotto, dovrebbero essere installati in modo da consentirne l’adattabilità in funzione dei diversi utenti, cosa più facile a dirsi che da mettere in atto.

Tornando all’espletamento delle funzioni corporee, alcuni studi, svolti in Giappone, hanno ipotizzato che la postura migliore per sia quella in cui ci si pone accovacciati e protesi in avanti, simile a quella che si assumerebbe durante l'esercizio di “squat” nell’allenamento con i pesi. Tale posizione non è semplice da tenere impiegando un vaso comune, a meno che non si ricorra all’uso di un poggiapiedi per alzare i piedi o in alternativa ad un sanitario alla “turca”, regredendo in questo modo di oltre un secolo – quando fu introdotto il vaso con sciacquone che democratizzò la defecazione tra tutte le classi sociali. Se quindi l'evacuazione viene facilitata con la posizione accovacciata, evitando inoltre il contatto con superfici che potrebbero essere sporche, per contro è richiesta una buona efficienza fisica da parte di chi deve servirsene perché costretto a una posizione non facile da tollerare e da cui non è agile recuperare la posizione eretta.

bagno ridimensionata

Il sanitario bioergonomico di Ponte Giulio

Precorrendo forse i tempi, in un recente passato Ponte Giulio aveva messo a punto uno speciale vaso sanitario “bioergonomico”, sia nella versione sospesa sia in appoggio, concepito per offrire una soluzione tecnica finalizzata a migliorare la postura e conseguentemente l’espletamento delle funzioni corporee. Il piano di seduta del vaso aveva una inclinazione di 12 gradi, quindi coadiuvava ad assumere una posizione più naturale evitando le strozzature intestinali, inibendo le tensioni muscolari alla spina dorsale, le pressioni sul nervo sciatico e lasciando fluire il sangue venoso nelle gambe. Purtroppo il “mercato” non accolse tale prodotto nel modo auspicato e ciò determinò la rimozione dai listini.

L'omologazione dei sanitari e il normotipo

Il problema resta irrisolto e in pratica al momento non esistono soluzioni accettabili e funzionali. In compenso, nonostante l’omologazione degli stili e delle forme con cui vengono proposti i vasi sanitari e i bidet, possiamo fare alcune considerazioni per cercare di individuare un “profilo di comfort” basato sulle misure che almeno per un “normotipo” possano rappresentare la soluzione accettabile. Per fare questo analizziamo quali debbano essere le misure della superficie di seduta, e per le versioni in appoggio a pavimento, quale altezza da terra dovrebbe avere il vaso con il sedile. Per convenzione un vaso dovrebbe avere mediamente una larghezza di 40 centimetri per una profondità di 55, a cui dobbiamo sottrarne circa 10 per la cerniera del sedile. In questo modo otteniamo una superficie, teorica, di circa 1800 cm² che in base al profilo del vaso varia per eccesso di un valore compreso tra 250 e 400 centimetri quadrati. Quindi per la superficie di seduta possiamo dire che più ci si avvicina ad un valore di 1800 cm² maggiore sarà il comfort. A proposito dell’altezza facciamo riferimento ancora una volta alla convenzione per cui una sedia, uno sgabello o una panca dovrebbero avere circa 43 centimetri da terra. I vasi sanitari, o i bidet, in appoggio a pavimento, vengono solitamente proposti con un’altezza di circa 40 centimetri, al piano di seduta privo del sedile quindi ci si riferisce alla sola ceramica. Ma vediamo di chiarire, dal punto di vista antropometrico, quali siano le ragioni che giustificano questa misura. Prendendo come riferimento un “normotipo” in questo caso un uomo con un’altezza di 178 centimetri e una donna alta 165, possiamo calcolare e prendere in considerazione la lunghezza dalla pianta del piede all’articolazione del ginocchio, che per l’uomo è circa 48 centimetri, mentre per la donna di 43, misure che evidentemente variano con l’altezza e con altri parametri, ma che offrono un riferimento per la misura di una seduta da terra.bidet

Per un vaso sanitario però entrano in gioco altri aspetti da tenere in considerazione, tra gli altri la questione età, che in un paese come il nostro rappresenta un tema importante. Per questa categoria sociale è opportuno ricordare che la mobilità articolare si modifica leggermente con l'età, la flessione plantare della caviglia si riduce durante la fase tardiva della stazione, la mobilità globale del ginocchio non si modifica così come la flessione e l'estensione dell'anca mentre aumenta l’adduzione. II movimento pelvico è ridotto in tutti i piani. In altre parole i movimenti richiesti per sedersi ed alzarsi sono più difficoltosi.

Quindi ragionando in modo da condizionare le scelte per avvantaggiare il più debole possiamo definire che sia ottimale un piano di seduta che si trovi ad una altezza da terra compresa tra 45 e 50 centimetri – includendo nella misura il sedile.

I vantaggi del modulo sanitario

Per concludere questa nota manca di fare riferimento al modulo sanitario che rappresenta una soluzione imprescindibile per installare un vaso sanitario, sospeso o in appoggio, indipendentemente se in un contesto di ristrutturazione o di nuova costruzione. L’adozione di questo “accessorio” offre diversi vantaggi tra cui i più evidenti sono la possibilità di installare la cassetta di scarico esterna rispetto alla parete, aumentare la profondità del vaso rispetto alla parete rendendolo adatto anche a soggetti diversamente abili obbligati ad usare il bagno su una sedia a ruote.

 


Ponte Giulio logoSicurezza in bagno è una rubrica realizzata in collaborazione con Ponte Giulio. Questo articolo è apparso originariamente sul numero 6-2020 della rivista: clicca qui per leggerlo in edizione digitale. 

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Bagno degenza e bagno disabili: quali sono i criteri da rispettare? 

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