In Italia le emissioni serra derivanti da gas refrigeranti sono in costante aumento dal 1990 a causa del consumo di gas fluorurati ad alto potenziale inquinante soprattutto nella refrigerazione commerciale

In occasione della Giornata mondiale della Refrigerazione del 26 giugno, Assocold, Associazione dei costruttori di apparecchiature per la refrigerazione federata ANIMA, chiede alle istituzioni di intervenire sul problema legato all’inquinamento da gas refrigerante nel settore commerciale con un programma di incentivi che agevolino l’ammodernamento delle apparecchiature per la refrigerazione in questo settore, con l’utilizzo di refrigeranti naturali non dannosi per il clima.

Infatti in Italia, nonostante il 21 aprile scorso la Commissione Europea ha annunciato l'accordo preliminare sulla Legge Europea sul Clima, le emissioni serra derivanti da gas refrigeranti continuano ad aumentare esponenzialmente a causa del consumo di gas fluorurati ad altissimo potenziale serra, soprattutto nella refrigerazione commerciale. Questo aumento è legato alla manutenzione dei vecchi supermercati e ipermercati esistenti, che utilizzano refrigeranti altamente clima-impattanti e che ne disperdono in ambiente il 12-15% all’anno a causa delle perdite in esercizio (oltre 2500 tonnellate all’anno).

I gas utilizzati in Italia per la refrigerazione

Nel nostro paese, in particolare, i gas fluorurati rappresentano il 4,4% del totale dei gas serra in termini di CO2 equivalenti nel 2019. In particolare, gli HFC mostrano un aumento significativo tra il 1990 e il 2019, da 0,4 a 16,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MCO2eqT), in costante aumento (fonte ISPRA, Inventario nazionale dei gas serra 1990-2019, aprile 2021).

Il principale refrigerante (R-404A - GWP 3920) utilizzato dal 2008 nella refrigerazione commerciale, è stato vietato in tutte le nuove apparecchiature fisse di refrigerazione commerciale dal 1° gennaio 2020, ma viene tuttora utilizzato per la manutenzione degli impianti esistenti, ovvero per compensare le perdite in esercizio.

Con l’implementazione del Regolamento F-gas, l'industria della refrigerazione commerciale ha ormai da anni completamente adattato le sue tecnologie e il suo portafoglio di prodotti con l’utilizzo di refrigeranti a base naturale, principalmente anidride carbonica (R744, CO2) e propano (R290), che non provocano effetto serra.

“Per rispondere agli obiettivi dell’Unione Europea – commenta Francesco Mastrapasqua, Presidente Assocold – sulla riduzione delle emissioni HFC dell'80% entro il 2030, occorre intraprendere un programma strutturale per contrastare gli effetti climatici dei refrigeranti HFC utilizzati in questo settore, diminuendone drasticamente il consumo alla fonte, in maniera semplice, immediata e controllata, con importanti ricadute positive in ambito economico, sociale ed occupazionale. Il Recovery Plan italiano – prosegue Mastrapasqua - offre un’opportunità eccezionale per avviare un programma strutturale di riconversione (retrofit) degli impianti di refrigerazione commerciale più vecchi ed altamente clima impattanti, con impianti dotati di moderne tecnologie a refrigerante naturale e migliorata efficienza energetica. I benefici ambientali di questo programma strutturale saranno davvero considerevoli, in quanto sostituire un impianto a R404A con uno a CO2 vuol dire ridurne l’effetto serra diretto di 4000 volte!”

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