Sappiamo bene che la manutenzione degli impianti di climatizzazione è un’attività spesso sottovalutata, anche per l’assenza di un obbligo legislativo (che vale invece, ad esempio, per le caldaie) e la mancanza di un vero e proprio processo di sensibilizzazione sull’argomento nei confronti dei clienti.
È sempre utile, quindi, ricapitolare alcuni consigli utili su come procedere alla pulizia e alla manutenzione degli impianti A/C. Ne abbiamo parlato con il Dr. Paolo Mattavelli, responsabile R&D di Errecom, azienda chimica italiana che formula e vende in oltre 130 Paesi prodotti chimici per la climatizzazione e refrigerazione.
Quali sono i rischi a cui si va incontro se non si pulisce adeguatamente il condizionatore?
La pulizia regolare e ordinaria di un impianto di climatizzazione è fondamentale per garantire un elevato livello di qualità e salubrità dell’aria immessa nell’ambiente. in assenza di un’adeguata pulizia degli impianti di climatizzazione, questi tendono ad essere meno performanti e a consumare più energia, con un ovvio aumento della bolletta. Sporco, depositi e incrostazioni non opportunamente puliti e trattati possono provocare guasti prematuri all’impianto, riducendone la vita media. La scarsa manutenzione e pulizia dei climatizzatori aumenta anche il rischio di contrarre malattie di vario tipo. Nei filtri e, più in generale, nelle unità interne degli impianti A/C, infatti, è possibile riscontrare la presenza di agenti infettivi (batteri o virus) e di allergeni (muffe o acari), entrambi potenzialmente nocivi per la salute umana
L’odore sgradevole che capita di percepire all’accensione dell’aria condizionata, soprattutto in auto, dipende quindi dalla presenza e dalla proliferazione di batteri, muffe e microorganismi contaminanti nei condotti di aerazione?
Esattamente! Questo odore sgradevole viene emesso da tutti gli impianti A/C non opportunamente puliti e igienizzati, ed è collegato alla presenza di batteri, muffe e germi che nel tempo si sono depositati e accumulati nei canali di ventilazione. Ovviamente nelle auto l’odore è più intenso, essendo l’abitacolo un ambiente più ristretto rispetto agli interni di un’abitazione o di un ufficio ma la situazione è esattamente la stessa anche se la percezione olfattiva è inferiore.
Pulire i filtri dell’impianto A/C con detergente e acqua calda è corretto?
Sebbene sia una pratica e una convinzione molto diffusa, la semplice detersione dei filtri con detergente e acqua calda non è sufficiente. Per una igienizzazione profonda e completa dei filtri è necessario eliminare anche germi e batteri, responsabili dell’insorgenza delle malattie a cui accennavo prima. A tale scopo servono prodotti igienizzanti e disinfettanti specifici per questo tipo di utilizzo al fine di evitare danni ai materiali che compongono il filtro.
È sufficiente pulire i filtri per poter affermare che un impianto A/C è pulito?
No, la pulizia dei filtri non è sufficiente: non sono infatti l’unica componente dell’impianto ad essere oggetto di contaminazione. Sporco grasso e ambientale, residui organici e microorganismi possono depositarsi anche sulle batterie alettate o sull’interno delle scocche, per non parlare della proliferazione di muffe che interessa particolarmente lo scarico e la pompa di condensa.
Quando è indispensabile rivolgersi a un tecnico esperto?
Per una pulizia completa e profonda degli impianti di climatizzazione è necessario l’intervento di un tecnico specializzato. Il singolo privato può eseguire comunque con una certa frequenza operazioni di pulizia ordinaria che garantiscano all’impianto di erogare nell’ambiente aria sempre sana. Esistono infatti prodotti, soprattutto in bombola aerosol, di facile utilizzo e sicuri sia per l’operatore che per l’impianto. Quello che raccomando è di affidarsi sempre e solo a prodotti specifici e di qualità, e di seguire le istruzioni riportate sulle relative schede tecniche e di sicurezza.
Con quale frequenza ritieni sia necessario pulire un impianto di climatizzazione?
Ovviamente la risposta dipende dall’intensità di utilizzo dell’impianto di climatizzazione e dal tipo di ambiente in cui questo è installato, che potrebbe essere particolarmente ossidante o presentare un elevato livello di sporco ambientale. In linea di massima direi che possiamo definire un numero minimo di due volte l’anno, sotto il quale consiglierei vivamente di non scendere per garantire una pulizia completa e professionale dell’impianto. Nei mesi primaverili, prima di accenderlo, per evitare che polvere e germi depositati nel tempo vengano immessi nell’aria, disperdendosi negli ambienti interni. E dopo l’estate, una volta che la stagione calda si è conclusa, per evitare che lo sporco accumulatosi nei mesi di utilizzo si incrosti sulle superfici, rischiando di danneggiare l’impianto. Qualora invece si trattasse di una pompa di calore, consiglio la pulizia ogni volta che si passa dalla modalità di riscaldamento a quella di raffrescamento o viceversa. Per quanto riguarda, invece, la semplice pulizia dei filtri che può essere eseguita anche dal singolo, senza che sia necessario l’intervento del tecnico, consiglio invece una frequenza mensile, raccomandando sempre di utilizzare pulitori igienizzanti specifici e, soprattutto in questo periodo, di completare il trattamento mediante l’utilizzo di un disinfettante, in modo da eliminare eventuali virus.