Dopo la proroga dei termini al 30 settembre per le villette, novità in arrivo anche per le banche che potranno cedere crediti anche a soggetti non retail

Ancora cambi per lo strumento della cessione del credito. Il testo definitivo del D.L. Aiuti, varato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 2 maggio, non è stato ancora pubblicato, ma il Governo è già intervenuto con una prima modifica sulla bozza. La modifica riguarda la cessione del credito che sarà facilitata, permettendo alle banche e agli istituti di credito di cedere i crediti anche a “soggetti non retail”, ovvero non qualificati. In più, dovrebbe essere introdotta anche la possibilità, per le banche, di cedere i crediti “sempre”, quindi non più in numero limitato, a clienti professionali privati che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, o con la banca capogruppo, senza facoltà di un’ulteriore cessione.

La modifica ha l'ho scopo di semplificare in parte lo strumento della cessione dei crediti sopratutto dopo che nelle ultime settimane diversi istituti di credito e associazioni edilizie avevano denunciato le difficoltà causate dalle limitazioni introdotte con il D.L Antifrode.

L'incertezza normativa

“Oltre ai problemi di una schizofrenica normativa fatta di continue modifiche e integrazioni, evidenziamo come il tema della cessione del credito sia diventato oltremodo critico. Sono rallentate fortissimamente le procedure in corso con le banche; oggi l’espletamento di una pratica d’approvazione di cessione è passata dai 30/45 giorni medi a 90/120 giorni. - Così Fabio Tonelli, coordinatore del Gruppo OICE Superbonus, in risposta al commento di Draghi al Parlamento europeo del 4 maggio. Parallelamente, sono aumentati i costi medi di cessione del 30/50%. Infine ci viene segnalata la sostanziale sospensione delle attività di acquisto crediti da gran parte dei maggiori Istituti, con grande difficoltà si riesce quindi a gestire le pratiche in corso, impensabile immaginare la stipula di accordi quadro di acquisto/cessione per dare la necessaria serenità agli operatori del settore che invece devono impegnarsi contrattualmente con i propri clienti. Il governo con l'ultimo decreto è andato incontro almeno ad alcune delle richieste del mondo bancario, ma ancora oggi non si ha riscontro se sia ritenuto sufficiente o meno. È certo che se, nell'immediato futuro, gli istituti di credito, non riapriranno agli acquisti, molte imprese e professionisti e società d'ingegneria coinvolti nel Superbonus 110% andranno incontro a gravissimi se non fatali danni economici”.

 

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